Nel corso della sua storia ultracentenaria, e in particolar modo a partire dal Novecento, la Festa dei Ceri è stata documentata da relazioni, fotografie, video e studi monografici. Sino ad oggi il materiale era conservato in varie sedi e la sua consultazione risultava difficile.
L’istituzione del Centro di Documentazione e Studio sulla Festa dei Ceri nasce dall’esigenza di raccogliere in un unico centro la più ampia documentazione sulla festa, in modo da poterla rendere rapidamente accessibile ai Ceraioli e a quanti siano interessati ad approfondire la sua conoscenza.
Il Centro è uno strumento di conservazione della memoria e di diffusione delle informazioni, aperto a tutti in forma gratuita. Esso nasce dalla collaborazione tra Ceraioli ed associazioni e istituzioni locali, regionali, provinciali e nazionali preposte alla valorizzazione e salvaguardia del patrimonio culturale.
Oltre alla raccolta di documentazione il Centro si occupa dell’organizzazione di attività di ricerca, educazione, formazione e informazione nei settori legati alla salvaguardia del patrimonio immateriale.
Il Centro svolge inoltre il ruolo di elemento di raccordo e coordinamento tra le comunità dei Ceraioli, le associazioni ed istituzioni locali (Associazione Maggio Eugubino, Comune di Gubbio e Diocesi di Gubbio), l’Università degli Studi di Perugia e le amministrazioni regionali e nazionali presenti nel territorio (Provincia di Perugia, Regione Umbria e Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria), tutte a vario titolo coinvolte nella tutela e valorizzazione della Festa dei Ceri.
La Direzione Scientifica del Centro è affidata al Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia.
La festa dei Ceri
Essa trae origine dall’omaggio di candele che la cittadinanza offrì al vescovo Ubaldo in occasione della sua morte, avvenuta il 16 maggio 1160. Con il passare dei secoli le originarie candele vennero prima sostituite da strutture di legno e cera, poi dalle attuali tre strutture lignee, sormontate dalle statue di tre santi: S. Ubaldo, S. Giorgio e S. Antonio, protettori rispettivamente delle corporazioni medievali dei muratori, commercianti e contadini.
La prima domenica di maggio i Ceri, smontati ed in posizione orizzontale, sono portati dalla basilica di S. Ubaldo sul Monte Ingino al Palazzo dei Consoli, nel cuore della città medievale. Lì rimangono fino al 15 maggio, giorno in cui vengono assemblati, innalzati in Piazza Grande e, sorretti a spalla dai Ceraioli, portati di corsa per la città. L’itinerario della corsa, sfrenata, drammatica ed estenuante, si sviluppa tra il circuito della città antica e la basilica del Santo patrono sul Monte Ingino, dove i Ceri tornano al tramonto e rimangono fino alla prima domenica di maggio dell’anno successivo.
S.Ubaldo Baldassini
S.Ubaldo Baldassini (1085(?) – 1160) ha guidato la chiesa eugubina per oltre un trentennio, ricostruendo la città dopo uno spaventoso incendio (1126), difendendola dall’assedio di undici città confederate (1151) e convincendo Federico Barbarossa (1155) a risparmiarla dalla programmata distruzione.
Muore il 16 maggio del 1160.
La bolla di canonizzazione è del 5 marzo 1192: papa Celestino III annovera Sant’Ubaldo tra i campioni esemplari della fede e invita gli Eugubini a festeggiarlo hilariter, con gioia, come già avevano cominciato a fare.
L’11 settembre 1194 il corpo del Vescovo Ubaldo fu trasferito sul monte Ingino, dove ancora è venerato
Sede
Le attività si svolgono principalmente presso la sede del Centro nella Biblioteca Comunale Sperelliana di Gubbio in via Fonte Avellana - 06024 GUBBIO PG
Orari di Apertura
Dal martedì al sabato 08.00-13.00 / 15.00-19.00
Estivo (da luglio a settembre all’apertura delle scuole) 08.00-13.30
Sono tra i protagonisti della Festa, che tutti esalta e coinvolge.
La “fede ceraiola” è quasi innata anche se segue in genere la tradizione familiare. La divisa dei Ceraioli è stata definita nei termini attuali nel 1928, da un’apposita commissione, in occasione della partecipazione straordinaria dei Ceri al “Raduno del Costume Italico” a Venezia. Il ceraiolo è così vestito: pantaloni bianchi, fascia rossa in vita, fazzolettone rosso al collo e “pendente” sulle spalle. La divisa si completa con la camicia gialla per i ceraioli di Sant’Ubaldo, azzurra per quelli di San Giorgio, nera per quelli di Sant’Antonio. I colori sono stati ripresi dai paramenti dei tre Santi: giallo come il piviale di Sant’Ubaldo, azzurro per il mantello di San Giorgio, nero come la veste di Sant’Antonio.
CAPODIECI
Il Primo Capodieci viene annualmente scelto dai Ceraioli con modalità elettive coordinate dalle rispettive “Famiglie”.
La “fede ceraiola” è quasi innata anche se segue in genere la tradizione familiare. Partecipa a tutti i momenti della Festa, è protagonista dell’Alzata e guida il Cero nei tratti più importanti della Corsa. Indossa la stessa divisa degli altri, ad eccezione del simbolo del proprio cero cucito sulla camicia: mitria e pastorale per Sant’Ubaldo, scudo elmo e alabarda per San Giorgio, fiamma per Sant’Antonio.
CAPITANI
I Capitani sono due: il Primo, e il Secondo.
Sono estratti a sorte tra i membri dell’ Università dei Muratori, Scalpellini e Arti Congeneri, depositaria dal 1891, come da riconoscimento comunale, della Festa dei Ceri. Partecipano e coordinano tutti i momenti della Festa e durante la corsa precedono a cavallo i Ceri. Dal 2012 indossano nuove divise di foggia napoleonica.
TROMBETTIERE
Scandisce con gli squilli della tromba i vari momenti della Festa; durante la corsa precede a cavallo i Ceri e ne annuncia l’arrivo alla folla.
ALFIERE
Affianca a cavallo i Capitani portando le insegne del Comune di Gubbio; anche lui indossa una divisa di foggia napoleonica.